pH e acidita' del terreno.

Molte volte si sente parlare di pH o di acidita' del terreno, argomenti correlati sempre da numerose domande e perplessita'.
Cerchero', per quanto mi e' possibile, di dissipare i dubbi sull'argomento avvalendomi delle mie reminiscenze di chimica.
Anzitutto e' bene dire che il pH e l'acidita' non sono caratteristiche specifiche e peculiari del terreno, ma qualunque sostanza ha una sua acidita' e quindi un suo pH.
Iniziamo subito col dire che il pH non equivale all'acidita', bensi' e' il valore che la rappresenta. Oltre all'acidita', esiste anche la basicita', che e' il suo opposto: sarebbe a dire caldo e freddo: entrambi vengono rappresentati indicando il numero di gradi, esattamente come il pH fa con l'acidita' e la basicita'.
I valori di pH vanno da 0 a 14.
I valori di pH che rappresentano l'acidita' vanno da 0 a 6,9 mentre quelli della basicita' vanno da 7,1 a 14: il valore 7 rappresenta il valore neutro, cioe' la "quantita" di acido e di base presenti sono equivalenti.
A titolo divulgativo, diciamo che l'ammonia (basica) ha pH 8, i succhi gastrici (acidi) hanno pH 1, l'acqua di mare (leggermente basica) ha pH 7,8 e la torba (acida) ha pH 4 - 4,5.
Molte sostanze ed elementi chimici cambiano il loro "aspetto" in funzione del pH: ad esempio gli enzimi gastrici si attivano solo in presenza di bassi valori di pH, quindi di elevata acidita'.
Odori acri e pungenti non sono comunque sintomi di acidita'.
Vediamo ora che ruolo ha il pH sui terreni colturali.
Tutte le piante, acidofile e non, hanno bisogno di un terreno leggermente acido.
Infatti per un normale e rigoglioso sviluppo, le piante devono produrre clorofilla, al cui centro si trova un atomo di magnesio (Mg): inoltre nel processo di sintesi entra, come catalizzatore (sostanza che partecipa alla reazione senza far parte della molecola finale), il ferro (Fe).
Questi due elementi, magnesio e ferro per poter essere assorbiti dalla pianta a livello delle radici, devo trovarsi in una determinata forma chimica che viene loro conferita dalla presenza di acidita'. In assenza di acido, la loro struttura chimica non ne permette l'assorbimento alla pianta.
Da qui si capisce la necessita' di avere un ambiente anche leggermente acido.
Rendere acido un terreno, e soprattutto mantenerlo, non e' cosa facile: i concimi di sintesi posso rimediare momentaneamente al problema, che pero' si ripresenta a breve.
In natura invece, l'acidita' del terreno viene mantenuta costante dalla decomposizione della sostanza organica contenuta nelle foglie e da tutto quello che dalle piante stesse cade.
Il mio suggerimento quindi, oltre ad abbandonare i concimi chimici, e' quello di concimare con prodotti naturali derivanti dalle piante stesse.
Un metodo poco dispendioso, non inquinante e che da ottimi risultati in modo naturale.